Il Vitignoitalia è la più importante manifestazione enologica del sud Italia e si svolge tra le antiche mura del più antico castello di Napoli, il Castel dell’Ovo, consentendo ai visitatori di godere di un panorama semplicemente ineguagliabile. Ma vengo subito al sodo, poiché già immagino il timore di qualche lettore di doversi sorbire descrizioni tolstojane sulle fattezze del castello.
Ecco dunque i vini che ho trovato più interessanti.
Le novità sono state l’azienda CALAFE’, irpina, con il suo buono ed equilibrato Taurasi e l’ottimo Taurasi riserva 2008, molto complesso, con piacevoli note balsamiche e di caffè, ma al contempo estremamente fresco al palato (30 euro ca.);
molto buono anche il Greco di Tufo 2009, complesso, erbaceo ed aromatico, con olfattivi sentori di caglio e fieno, davvero interessanti, ed un sorso piacevole, morbido, fresco e sapido (10 euro ca.). Interessante anche confrontare questo Greco “base” con la versione elevata in legno, il Greco Ariavecchia, che risulta completamente diverso, caratterizzato da note candite e forse un po’ troppo “etereo” al palato.
Altra interessante scoperta è stata la nuova “mano” dell’azienda ANTICA HIRPINIA, la cui linea di punta porta oggi la firma del celebre Cotarella e, devo dire, la cosa è subito evidente fin dal primo sorso del Taurasi riserva (30 euro ca.). Questa riserva di Taurasi 2009 è infatti estremamente lavorata, ma innegabilmente buona, con note complesse di terziari, profumi balsamici e di frutta rossa. Insomma: un Taurasi internazionale.
Gradevole anche il Taurasi 2010, decisamente più snello e verticale.
Le grandi conferme sono invece state tante. Iniziando dall’Etna rosso Sabbie dell’Etna di FIRRIATO (13 euro ca.), che, nonostante le dimensioni dell’azienda Firriato (che produce circa 4,5 milioni di bottiglie l’anno), è prodotto in quantità limitata (ca. 60.000 bottiglie l’anno) ed ha davvero una beva gradevolissima. Un vino prodotto con antiche vigne pre-filossera impiantate proprio su una delle tre storiche colate laviche dell’Etna, con un buquet suadente di ribes ed agrumi (esaltati da un brevissimo passaggio in barrique) ed un sorso così minerale e fresco che definirei croccante.
Altra conferma, sempre in terra sicula, è stata MANDRAROSSA (anch’essa una grande azienda, che però offre prodotti dall’eccellente rapporto qualità-prezzo).
Buono il profumato e fresco Timperosse (Petit verdot da ca. 8 euro) ed il Nero d’Avola Carthago, che a dirla tutta, è decisamente ammorbidito dall’affinamento in barrique, ma per i suoi 13 euro ca., l’ho trovato un prodotto molto gradevole, concordando anche col Gambero Rosso, che gli ha assegnato i 3 bicchieri.
Sempre in Sicilia, molto divertente il Rosso di Noto FEUDO LUPARLLO (11 euro ca.), con i suoi netti sentori di olive nere ed il suo attacco impetuoso e amaricante, che però non lo priva di una complessiva rotondità.
Altro vino originale è stato il Gutturnium dell’azienda emiliana UCCELLAIA: un blend di Barbera e Bonarda da ca. 15 euro, con una bella nota erbacea e floreale e grande freschezza, nonché L’Inventato dell’Uccellaia (20 euro ca.), con i suoi profumi complessi, in cui il floreale incontra il caramello e l’agrume candito.
ANGELO NEGRO ha portato un po’ la bandiera del Piemonte a questo Vitignoitalia, e si è confermato un ottimo produttore, che sa dare prezzi competitivi ai suoi vini. Mi riferisco in particolare all’agile Barbaresco (20 euro ca.), dalle note eleganti e finemente balsamiche, che scorre al sorso fresco come pochi.
PIEROPAN è una grande azienda veneta ed i suoi Soave sono arcinoti, ma è stato comunque piacevole confrontare in orizzontale i due cru: il Soave Calvarino, molto verticale e minerale ed il Soave Rocca, molto più morbido e generoso, ma altrettanto minerale, che personalmente trovo una gradevole alternativa ai “soliti” chardonnay affinati in barrique. Peccato che non sono vini proprio economicissimi (25 euro ca).
Infine, una nota di merito spetta sicuramente a VILLA RUSSIZ, ed in particolar modo all’ottimo Sauvignon Blanc De La Tour, “ingrassato” nel legno, da cui trae note vanigliate che sposano bene la tipica vena varietale del Sauvignon, ed al generoso Merlot de La Tour, rotondo e cremoso, anch’esso generosamente invecchiato nel legno. Unico neo, potrebbero essere i prezzi della linea De La Tour (sopra i 30 euro), tuttavia, tutti i proventi del vino sono devoluti ad una casa famiglia gestita dalla stessa azienda.
E qui concludo il nostro breve itinerario tra le mura del Castel dell’Ovo, augurandovi una piacevole visita al Vitignoitalia dell’anno prossimo per scoprire anche tutti quei produttori che, mio malgrado, non ho potuto menzionare in queste brevi note.
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