Che Venica e Venica fosse una grande azienda, ho avuto modo di scriverlo proprio di recente, nel mio reportage sulla Via dei sapori del Friuli (per i curiosi - https://amantidelvino.wixsite.com/vinopedia/single-post/2017/05/30/I-Grandi-Bianchi-friulani-Via-dei-Sapori-del-Friuli-2017). Nondimeno, la degustazione di ieri dei vini di questa magnifica azienda friulana, mi obbliga a scriverne di nuovo, sia pur a così breve distanza.
Il mio amico Salvatore Giarra, ha avuto la saggezza di conservare dei vecchi millesimi (annate) di alcune etichette di Venica e Venica, che abbiamo assaggiato ieri, e già vi anticipo che il voto complessivo è stato: “straordinari”!
Il primo vino assaggiato è stato il PINOT GRIGIO 2008, il cui colore giallo paglierino scarico non lasciava assolutamente intuire la sua vetusta età, almeno finchè non ho avvicinato il naso al calice. Fatto ciò infatti, ecco tutto il profumo di un vino complesso, nel pieno della sua maturazione, con avvolgenti note floreali e sulfuree, con accenni di frutta secca. Al palato perfettamente integro, corrispondente al naso, minerale e di buona persistenza. Insomma, un grande vino.
Il Sauvignon blanc in purezza, RONCO DEL CERO’ 2008 è stato il più evoluto di tutti: in esso il colore giallo paglierino con riflessi verdognoli delle annate giovani ha ceduto definitivamente il passo ad un colore ambra intenso e brillante, segno evidente di una importante ossidazione. Anche il naso, ben lontano dai sentori varietali del sauvignon, era complessissimo, con note di miele, arancia candita e nocciole tostate. Al sorso, ancora fresco, mi ha colpito per morbidezza ed intensità.
Difficilissimo intuire che si trattasse di un Sauvignon blanc, ma facilissimo capire che ci si trovasse di fronte ad un grande vino, alla fine di una lunga evoluzione.
L’ultimo vino provato, il FRIULANO 2007 (il più anziano dei tre) è stato senza ombra di dubbio, il più “giovane”. Un vino che ha appena passato la fase acerba, dal colore giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli, con profumi freschi, prima floreali e poi di mela verde, e con una impressionante acidità. Semplicemente sorprendente, trovare in queste condizioni un vino di dieci anni, un vino che andrebbe bevuto tra altri dieci anni probabilmente.
Insomma, se è vero (come è vero) che uno dei sinonimi di qualità di un vino è la sua longevità, allora non ci si può che inchinare di fronte ai vini di Venica e Venica, che in fatto di longevità sanno davvero il fatto loro.