Dal primo Riesling assaggiato (circa dieci anni fa), non ho mai smesso di amare questo vino.
Col tempo ho poi appreso che il Riesling è la varietà di uva bianca più pregiata al mondo insieme allo Cardonnay, che il Riesling italico è diverso dal Riesling renano, e le varie tecniche di vinificazione del Riesling renano.
Ma ciò che rende i Riesling eccezionali è la loro freschezza (acidità) e longevità (capacità di invecchiare). Infatti, i Riesling più invecchiano e più danno il meglio di se.
I Riesling renani si distinguono in Troken (vini secchi), e Riesling vinificati in mariera cd. tradizionale, cioè facendo appassire l’uva sulla vite e lasciando nel vino un determinato residuo zuccherino. Infatti, più l’uva appassisce, più si concentrano gli zuccheri negli acini (fino ad ottenere i cd. vini passiti dolci).
I Riesling renani “tradizionali” si suddividono a loro volta, a seconda del livello di appassimento dell’uva, in Kabinet (con un residuo zuccherino non molto elevato), Spatlesi (con un maggior residuo zuccherino), Auslesi (con notevole residuo zuccherino) ed infine Eiswein (i vini del ghiaccio, perché la vendemmia avviene in inverno, quando ormai l’uva è decisamente appassita).
Tanto premesso, dedico solo due parole al Riesling di un’azienda che non richiede presentazioni: Grunhaus Von Schubert.
Stamani, infatti, ho assaggiato il loro MAXIM 2015 (13 euro ca.) e, nonostante l’età giovanissima, l’ho trovato un vino entusiasmante (soprattutto tenendo conto del prezzo).
Superata la fase olfattiva, in cui si potevano percepire delicate note aromatiche (tipiche del Riesling), mielate ed in lontananza anche di pietra focaia, l’assaggio è stato formidabile. Grande sapidità, buona freschezza, ed un residuo zuccherino decisamente equilibrato; dunque un vino piacevolissimo, che difficilmente ci si stanca di bere.