Portare una propria bottiglia al ristorante PUÒ essere una pratica del tutto conforme al galateo. La pratica nasce negli Stati Uniti, intorno agli anni ’50, con il termine BYOB (bring your own booze, "porta i tuoi alcolici", o bring your own bottle, "porta la tua bottiglia").
In Italia, il sinonimo di BYOB è il "Diritto di tappo", in forza del quale, il cliente può portare da casa una propria bottiglia ed il ristoratore chiedere per questo un equo compenso.
Per esercitare galantemente tale diritto di tappa, però, andranno osservate scrupolosamente delle regole:
1) in primo luogo la bottiglia va consegnata con molta discrezione al metre o al sommelier (o, in mancanza, al proprietario);
2) in secondo luogo è obbligatorio pagare al locale un giusto compenso per il servizio del vino (equivalente di quel sovrapprezzo che si paga ai ristoranti per i vini, rispetto al loro costo in enoteca). Negli Stati Uniti tale compenso varia tra i 15 e i 25 dollari, in Italia tra i 5 e i 10 euro. Peraltro, personalmente, riterrei elegante lasciare libero il ristorante di fissare discrezionalmente il prezzo, anche in relazione al valore della bottiglia (così come discrezionalmente fissa il sovrapprezzo sulle bottiglie che offre in carta).
3) In terzo luogo, sarebbe sicuramente opportuno offrire al sommelier (nonché a colui che ha autorizzato l’esercizio del diritto di tappo) un assaggio del vino.
4) La poca diffusione del diritto di tappo in Italia, rende inoltre opportuna una quarta regola: informarsi prima con chi di dovere, circa la possibilità di portare il proprio vino, nel rispetto del diritto di tappo e delle condizioni previste dal locale.
Nell’auspicio che presto TUTTI i ristoratori si adeguino alla consuetudine ed ammettano l’esercizio del Diritto di Tappo, si riportano alcuni dei principali ristoranti italiani che ammettono l’esercizio di questo diritto, secondo un’indagine svolta dal Corriere della Sera:
A Milano c’è la concentrazione maggiore, perché questa opzione è consentita presso “Daniel”, “Manna” e “Droit de Bouchon” (che, anzi, ne ha fatto la filosofia di base del locale, all’insegna del motto “Tu porti il vino e noi cuciniamo”); via libera anche alla “Osteria al Gigianca” di Bergamo e a “Birilli” a Torino, e restando al Nord si segnalano anche “Opera viva” di Parma, “Pepe nero” a Prato e “Atman” in provincia di Pistoia, mentre andando verso Sud si trovano “L’oste della Bon’Ora” a Grottaferrata (Roma) e “Veritas” a Napoli.