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Come invecchiano i vini Bianchi? Petit Chablis Laroche 1996

Dell'invecchiamento dei vini bianchi non ci si interessa molto, al di fuori della nota longevità dei vini con un importante residuo zuccherino come i Riesling della Mosella tradizionali e i dolci bianchi alsaziani.

Tuttavia, personalmente sono molto affascinato dai sentori che sviluppano alcuni vini bianchi correttamente invecchiati, che ricordano i sentori di taluni vini bianchi naturali: infatti spesso affiorano note idrocarburiche, di tartufo, di tostature, di nocciola, di mandorla, di tabacco, di cuoio ed affumicature.

Se qualcuno si volesse, come me, dilettare a spolverare vecchie bottiglie, sappia che il rischio di eccessiva ossidazione è sempre dietro l'angolo, e in tali casi le note marsalate (riconoscibili dal colore aranciato opaco) celano tutto ciò che un tempo era stato il vino. Per questo occorre sempre orientarsi su vini di nota qualità e longevità, e conservati in condizioni ottimali.

A titolo meramente esemplificativo ecco alcune uve che danno vini molto longevi: lo Chenin Blanc, insieme al Riesling è l'uva bianca più longeva e può arrivare anche fino a 30 anni di invecchiamento; buoni Gewurtztraminer e Semillon possono arrivare anche fino a 10 anni, lo Chardonnay anche oltre i 6 (specialmente se barricato), il Pinot bianco, il Silvaner, il Viogner, il Friulano, il Cortese, il Pinot Grigio, il Fiano sono alcuni tra i vini che possono superare il quinquennio.

Infine, vorrei accennarvi proprio ad uno Chardonnay di ben 21 anni, che ho assaggiato l'altra sera: il PETIT CHBLIS LAROCHE 1996.

Un vino sorprendentemente ancora bevibile ed interessante, sebbene non all'apice delle sue caratteristiche.

Profumi decisamente tostati, idrocarburici, di nocciola e foglia di tabacco.

Sorso molto sapido e secco, pienamente rispondente, appena un pò troppo amaricante per uno Chardonnay; ma alla luce della sua veneranda età, un risultato eccellente!!

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